Angelino Alfano e il DDL Intercettazioni : Quando l’allievo supera il maestro o quasi

Angelino Alfano è un ottimo allievo. Studia molto e impara velocemente.
Berlusconi docet e i suoi più fidi allievi mostrano di imparare alla perfezione l’arte della smentita.
Non è mica facile, ci vogliono anni di studi, di impegno, di sudore per saper dire una enorme stronzata e poi smentirla senza batter ciglio, come nulla fosse. C’è da dire che gran parte di giornali e telegiornali aiutano, danno una mano, capiscono che l’allievo è alle prime armi e gentilmente non fanno notare che solo qualche settimana prima si era detto l’esatto opposto.
Alla prima uscita, all’esame di maturità, Alfano è stato bravissimo. Un 8 pieno.
Sabato Napolitano chiama il Ministro della Giustizia al Quirinale. Secondo il Presidente della Repubblica la legge sulle intercettazioni passata con la fiducia alla Camera presenta rischi di incostituzionalità ed ha causato troppe proteste tra i magistrati, giuristi, giornalisti. E fa comprendere che se non ci sarà un ripensamento potrebbe non firmare la legge dopo l’approvazione al Senato.
Angelino è sicuro di se, ha studiato tanto. Ricorda le decine e decine di lezioni, le nottate passate ad Arcore a riguardare le registrazioni delle centinaia di smentite di Berlusconi. Non può sbagliare: “Nessuno aveva mai parlato di porre la fiducia al Senato, nessuno aveva mai detto che il ddl non potesse essere modificato”. Recita perfetta! E pensare che solo a maggio aveva detto: “Il testo è blindato, non si cambia! Come esce dalla Camera lo deve votare il Senato”. Per come è stato bravo potrebbe addirittura essere l’erede di Silvio. Promosso a pieni voti.
Berlusconi ora sarà contento di come si è comportato il suo allievo, ma anche incazzatisimo perché Napolitano gli ha messo i bastoni tra le ruote. Ma non c’è problema, la prima prova è andata bene e certamente Alfano saprà smentire la smentita in modo impeccabile e far passare la “Legge Bavaglio” senza la minima modifica.